User:Alessandro f2001
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Ettore Majorana Si laureò, con il voto di 110/110 e lode, il 6 luglio 1929, relatore Enrico Fermi, presentando una tesi sulla meccanica dei nuclei radioattivi. In quel periodo effettuò diversi studi alcuni dei quali confluirono in diversi articoli su argomenti di spettroscopia e su un articolo sulla descrizione di particelle con spin arbitrario. Effettuò anche brevi studi su moltissimi argomenti che spaziavano dalla fisica terrestre all'ingegneria elettrica, alla termodinamica, allo studio di alcune reazioni nucleari non molto diverse da quelle che sono alla base della bomba atomica. Questi lavori confluirono in una serie di manoscritti, i " Quaderni " e i " Volumetti "
Sovente se ne stava a casa, non riceveva alcuno e respingeva la corrispondenza scrivendoci di proprio pugno si respinge per morte del destinatario. Curava anche poco l'aspetto fisico e si era lasciato crescere barba e capelli. Ma quello che è certo è che non cessava di studiare: i suoi studi si erano ampliati. Questo è il periodo più oscuro della sua vita: non si sa quale fosse la materia dei suoi studi, anche se qualcosa si può dedurre dalle sue lettere - in particolare da una fitta corrispondenza con lo zio Quirino, noto fisico sperimentale, che stava studiando la fotoconducibilità di lamine metalliche.
Nel 1937 Ettore Majorana fu nominato professore di Fisica teorica all'Università di Napoli, dove si legò d'amicizia con Antonio Carrelli, professore di Fisica sperimentale presso lo stesso Istituto di Fisica. Anche a Napoli Majorana condusse una vita estremamente ritirata con i suoi malanni che gli davano fastidio e che si ripercuotevano inevitabilmente sul suo carattere e sul suo umore.
Leonardo Sciascia nel suo libro La scomparsa di Majorana, assume che egli si sarebbe rinchiuso in un monastero, per sfuggire a tutto e a tutti, dal momento che non sopportava la vita sociale. La via monastica si riallaccia alla gioventù di Ettore, che aveva frequentato l'Istituto Massimiliano Massimo dei Gesuiti a Roma. Un possibile legame con il passato che si fa vivo, una parte della sua giovinezza. Su questa pista si erano inoltre indirizzate le ricerche della stessa famiglia, la quale scrisse a Papa Pio XII Pacelli, promettendo di non voler affatto interferire sulle scelte eventualmente maturate da Ettore, al solo scopo di sapere dal Vaticano semplicemente se egli fosse vivo: ma nessuna risposta, di alcun segno, venne mai fornita.
Heinrich Cornelius Agrippa di Nettesheim Nato a Colonia, 15 settembre 1486 – e morto a Grenoble, 18 febbraio 1535 è stato un alchimista, astrologo, esoterista e filosofo tedesco.
La magia
La Filosofia occulta è la Magia. Già nei primi due capitoli del I libro dell'opera, intitolato La magia naturale, Agrippa stabilisce l'intento dell'opera: premesso che esistono tre mondi, l' Elementare, il Celeste e l'Intellettuale, investigati rispettivamente da tre scienze, la Fisica o Magia naturale - che svela l'essenza delle cose terrene - la Matematica o Magia celeste - che fa comprendere il moto dei corpi celesti - e la Teologia o Magia cerimoniale - che fa comprendere «Dio, la mente, gli angeli, le intelligenze, i demoni, l'anima, il pensiero, la religione, i sacramenti, le cerimonie, i templi, le feste e i misteri [ ... ] De occulta philosophia, I, 2
La Magia racchiude queste tre scienze traducendole in atto. Essa è «la vera scienza, la filosofia più elevata e perfetta [ ... ] il compimento di tutte le scienze naturali»: ibidem essa è dunque la scienza integrale della natura, tanto fisica che metafisica, e l'espressione equivalente di «Filosofia occulta» indica tanto la sua natura di scienza - la filosofia è la scienza di tutte le cose, materiali e spirituali - quanto il fatto che tale scienza è riservata a pochi, è sapienza esoterica ma può essere appresa:
Coloro che vorranno dedicarsi allo studio della Magia, dovranno conoscere a fondo la Fisica, che rivela la proprietà delle cose e le loro virtù occulte; dovranno essere dotti in Matematica, per scrutare gli aspetti e le immagini degli astri, da cui traggono origine le proprietà e le virtù delle cose più elevate; e infine dovranno intendere bene la Teologia, che dà la conoscenza delle sostanze immateriali che governano tutte queste cose. Perché non vi può essere alcuna opera perfetta di Magia, e neppure di vera Magia, che non racchiuda queste tre facoltà
— De occulta philosophia, I, 2.